MEM Informatica, in collaborazione con l'avvocato Natalia Deplano, ha attivato il “Servizio DPO”, ultimo nato tra le numerose offerte che la nostra Società riserva ai suoi clienti al fine di venire incontro alle loro esigenze in materia di privacy.
Ormai da anni MEM Informatica offre un servizio di consulenza sulla privacy, grazie al quale le Pubbliche Amministrazioni, nel corso degli anni, sono state dotate dei necessari strumenti per uniformarsi alle prescrizioni contenute inizialmente nel D.Lgs. 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali) e oggi nel nuovo GDPR 2016/679 (Regolamento generale sulla protezione dei dati), nonché nel D.Lgs.196/2003, così come modificato dal D.Lgs.101/2018.
Oggi, con il nuovo “Servizio DPO”, la PA viene dotata di un nuovo strumento che consentirà di avvalersi della professionalità della nostra collaboratrice, l'avvocato Natalia Deplano, la quale si occupa delle tematiche legate al trattamento dei dati personali, alla trasparenza amministrativa, alla gestione ed alla conservazione documentale, all'anticorruzione e che attualmente svolge le funzioni di DPO presso diversi Enti Locali. La figura del Responsabile della protezione dei dati (RPD, o Data Protection Officer – DPO) è di fondamentale importanza e la sua nomina è divenuta obbligatoria con la piena operatività, anche nel nostro Paese, del GDPR 2016/679, avvenuta il 25 maggio 2018.
Il Garante per la Protezione dei dati personali, già nel 2021, sanzionava il MISE con il pagamento di una somma pari a 75.000 euro per non aver designato il DPO entro il 25 maggio 2018. Nell’anniversario di tale data, con la newsletter n.503 del 26 maggio 2023, il Garante ha reso noto come abbia avviato un’indagine nei confronti degli Enti Locali, al fine di verificare il rispetto dell’obbligo di comunicazione dei dati di contatto del DPO. L’iniziativa del Garante, a ben vedere, si colloca in una ben più ampia azione di verifica delle effettive competenze dei DPO, tenuto conto che nel corso degli anni si è assistito a numerosi fenomeni di accaparramento di incarichi al minor prezzo possibile. È proprio per scongiurare tale fenomeno che il Garante vuole testare che il DPO nominato abbia effettivamente le caratteristiche di preparazione, imparzialità e conoscenza della materia che sono richieste dalla normativa.
Il Garante ha sottolineato come l’attività di controllo abbia interessato, nelle sue prime battute, Enti di grandi dimensioni, ma nel prossimo futuro sarà estesa anche agli Enti Locali più piccoli, nonché ad altri soggetti pubblici. Dallo svolgimento di tale attività è emerso come numerosi Enti, nonostante siano trascorsi ben cinque anni dall’entrata in vigore del GDPR 2016/679, non abbiano ancora provveduto alla nomina del DPO, figura che, ribadisce l’Autority nella newsletter, l’articolo 37 del Regolamento ha reso obbligatoria, così come “comunicarne i dati di contatto al Garante privacy attraverso l’apposita procedura online messa a disposizione dall’Autorità”, al fine di garantire che quest’ultima possa contattare il DPO in modo facile e diretto, tenuto conto che tra i suoi compiti c’è anche quello di fungere da punto di riferimento fra il soggetto pubblico e l’Autorità stessa.
L’attività di controllo sinora svolta ha comportato, nei confronti di taluni Enti, l’instaurazione di appositi procedimenti volti all’adozione di provvedimenti correttivi e sanzionatori.
A questo proposito, si ricorda come la violazione delle norme in materia di DPO, potrebbero determinare l’applicazione di sanzioni pecuniarie di natura amministrativa, il cui ammontare potrebbe arrivare sino a dieci milioni di euro.
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